Il mese scorso mi ha chiamato L., una carissima amica di lunga data che, leggendo le Piccole Magie Quotidiane che scrivo sul blog, mi ha suggerito di condividere uno dei ricordi leggeri e divertenti che, a distanza di oltre venticinque anni, con piacere custodiamo nel bagaglio della nostra amicizia. Pensava che le sensazioni piacevoli che rievoca in noi potessero suscitare un sorriso anche ad altri.
Ecco, quindi, come è andata.
Per festeggiare insieme un momento importante e positivo della mia vita personale, avevo deciso di invitarla a pranzo nella mia nuova casa. Cercai di dare sfoggio delle mie “doti culinarie” che, lei come altri, aveva sempre mostrato di apprezzare. Ci tenevo tantissimo a fare bella figura e a prepararle un pranzo degno di essere ricordato: mi ero molto impegnato nella scelta del menù e nella preparazione curando ogni dettaglio, anche nell’allestimento del tavolo e negli impiattamenti. Tutto mi sembrava perfetto: avevo una bellissima notizia da condividere con una delle persone a me più care ed ero riuscito a realizzare tutto “secondo copione”. E così il pranzo iniziò con la prima portata: involtini di bresaola ripieni di caprino e rucola tritata. Una novità da poco introdotta nella mia cucina e di cui andavo fiero. Tra una chiacchiera e l’altra, passammo al primo piatto: pasta condita con pesto a base di noci, parmigiano e rucola. Sentivo che L. era contenta di quello che le stavo raccontando e lei stessa a parole me lo stava confermando, ma c’era qualcosa nel suo sguardo e nei suoi gesti che sembravano tradire pensieri e sensazioni differenti. Incuriosito, ma anche un po’ preoccupato, impiattai il secondo: tagliata all’aceto balsamico, adagiata su letto di rucola. Il tempo che avevamo a disposizione stava terminando, ma, prima di servire il dolce, le chiesi se il pranzo le fosse piaciuto e, con un’illuminazione meravigliosa, le domandai: “ti piace la rucola, vero?”.
La reazione a questa domanda potente è scritta nella storia della nostra amicizia. La risposta fu altrettanto potente, secca e decisa: “Nooooo!”. Seguì una fragorosa e contagiosa risata che ci portò fino alle lacrime! Non riuscivamo a fermarla e, in quei secondi, ripercorremmo, portata dopo portata, il pranzo e il disagio crescente di L. che, da una parte non voleva mortificarmi e mettermi in imbarazzo e, dall’altra, piatto dopo piatto, lottava con quell’infido e onnipresente nemico: la rucola.
Ero così preso dalla condivisione della “mia” notizia e così felice di avere L. a pranzo, da essermi completamente dimenticato di chiederle se anche a lei fosse gradito quell’ingrediente particolare, filo conduttore di tutto il menù. Ero caduto in quella che possiamo definire “la trappola del presupposto”.
A volte succede che, presi da quello che stiamo facendo o vivendo e convinti in buona fede di poter conoscere anche il pensiero dell’altra persona, decidiamo ed agiamo senza interpellarla. Basterebbe anche solo una semplice domanda, tra cui, in questa storia ad esempio: “ti piace?” oppure “Sei d’accordo?” o ancora “Che ne dici se …?”. Ponendo alcune semplici domande potremmo evitare fraintendimenti, imbarazzi e disagi che rischiano, invece, di complicare una relazione o creare tensioni e fatiche assolutamente evitabili.
Se vogliamo comunicare in modo efficace, dobbiamo anche saper ascoltare e fare domande, piuttosto che presupporre. Come ci suggerisce Maslow ascoltare significa, infatti, evitare di presupporre, di classificare, di migliorare, di contraddire, di valutare, di approvare o disapprovare.
Quel pranzo possiede per noi anche un altro straordinario potere evocativo e “magico”: il benefico effetto di un sorriso che nasce ogni volta che riaffiora il ricordo di quel giorno. Quando il momento lo richiede, ripensare a questa o ad altre storie altrettanto “divertenti” ci aiuta a cambiare l’umore della giornata e a ripartire, appunto, con un sorriso. Un’abitudine, una piccola magia che, da parte mia, cerco di rendere quotidiana.
Dimenticavo… il dolce era buonissimo e non conteneva rucola!
Hai anche tu, come la mia cara amica, delle storie che ricordi con piacere e che ti hanno permesso di scoprire delle Piccole Magie Quotidiane per i sorrisi che ti suscitano e per l’aiuto che ti danno nel cambiare l’approccio alla giornata?
Raccontaci la tua esperienza, scrivila a info@cm-consulenza.com, ci faremo carico di trasformarla in una PMQ, affinché la tua storia, che proteggeremo garantendoti la massima riservatezza e tutela della privacy, possa diventare uno strumento utile per tutti.
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