Carrelli, sorrisi e sguardi ben spesi

“Se non avessi la mascherina, si vedrebbe il mio sorriso”

Giornata di lockdown, mi sembrava una delle peggiori. Quella mattina toccava a me: dopo il rituale della vestizione, dello spostamento autocertificato e della coda, ero pronto per fare la spesa.

I movimenti un po’ goffi ed impacciati, misti a timore e tensione, rendevano meno fluida la distribuzione negli spazi mia e degli altri clienti. In un incrocio di corsie, per l’appunto, non ho guardato verso destra e mi sono scontrato con il carrello di un’altra persona. Ci siamo guardati e, scusandomi, gli ho detto “se non ci fosse la mascherina di mezzo si vedrebbe che le sto sorridendo”. Lui, restituendomi lo sguardo, mi ha risposto: “si vede, si vede!”.

Quel sorriso reciproco non aveva la valvola di sfogo naturale, ma era talmente sincero e potente da trovare negli occhi di entrambi il veicolo per esprimersi. La magia di un attimo, inattesa ed istantanea, ma che, in un momento così buio e complicato, ha illuminato la giornata mia e, mi piace pensare, quella dell’altra persona: una vera piccola magia.

Nel mio lavoro di consulente e formatore, quante volte ho allenato ed incoraggiato l’utilizzo dello sguardo e ne ho ricordato l’importanza! A volte ce ne dimentichiamo, come per me in quel fortuito crash di carrelli, ma uno sguardo ben speso aiuta a volte più di tanti “fiumi di parole”Ci sono contesti in cui è più facile, o possibile, utilizzare diverse forme di comunicazione non verbale per rinforzare il nostro messaggio e mostrare all’altro la nostra vicinanza, supporto, affetto; ce ne sono altri, come quello che stiamo vivendo, in cui la sfida è trovare la “dimensione nascosta” della relazione interpersonale e dei distanziamenti: lo sguardo è appunto uno strumento tra i più importanti e diretti che abbiamo per riuscirci.

A volte temiamo di essere irriguardosi, fuori luogo, inquisitori: è importante sviluppare questa sensibilità, ma allo stesso tempo non deve frenarci. I nostri occhi indirizzati all’altro, quando generano uno sguardo intenso, rispettoso, sincero e diretto quanto basta, possono fornire un bellissimo segnale di vicinanza e contribuire a creare una “nuova e diversa prossimità”.

Lo sguardo di intesa ed approvazione di un capo al suo collaboratore, quello di supporto e vicinanza di un collega in un momento difficile, quello di comprensione quando, mentre siamo in coda, un operatore di sportello ci fa capire che “ci vede”, sono solo alcuni semplici esempi di come, senza sforzi, possiamo lanciare alle altre persone il più forte dei segnali possibili: la conferma. So che ci sei, ti riconosco e do valore a te e a quello che dici, fai o provi: quando è sincero ed intenso, questo sguardo ben speso, aiuta tanto sia nel riceverlo, che nel donarlo e mette in circolo tante piccole e silenziose magie quotidiane.

E poi c’è uno sguardo, il più importante, il più potente: quello della persona che ti è più cara, che è tutto per te e da cui “impari tanto della tua vita, solo guardandola negli occhi” attraverso le tante piccole magie quotidiane che hai condiviso negli anni, fatte anche di giochi di sguardi.

Quanti “sguardi ben spesi” ricordi o hai riscoperto negli ultimi tempi che ti hanno permesso di vivere delle Piccole Magie Quotidiane?

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