Il momento giusto

Mi piacerebbe frequentare quel corso di specializzazione”, “ho visto un appartamento che fa proprio al caso mio”, “vorrei tanto cambiare lavoro”, “dovrei lavorare sulle mie competenze per crescere professionalmente”, “sono anni che vorrei fare quel viaggio”, “sento che dovrei fare qualcosa per migliorare la mia relazione di coppia”, “forse ci sposeremo”. Quante volte a frasi di questo tipo, progettuali e proiettate verso un futuro più o meno ravvicinato, segue un mesto e rassegnato “…ma adesso non è il momento giusto…”? 

Talvolta ci poniamo prematuramente dei vincoli ancora prima che l’immagine di ciò che ci piacerebbe, di ciò che vorremmo o di cui sentiamo il bisogno, si sia messa a fuoco nella nostra mente. È un’immagine ancora sgranata eppure già in noi insorgono confusione, incertezza, paura oppure lo spettro di passate situazioni di non riuscita: sensazioni che tendono ad immobilizzarci, a cristallizzarci in una situazione che non sentiamo più nostra o che non ci soddisfa più. La nostra Comfort Zone che si riappropria del protagonista e ci tiene stretti, contribuendo a creare alibi per non produrre il terreno fertile e non piantare neppure un piccolo seme di un cambiamento. L’attesa del “momento giusto” spesso si rivela un sostare in un labirinto di malessere, insoddisfazione e fatica permanenti.

Indubbiamente esistono condizioni di contesto più o meno favorevoli, più o meno chiare, che è necessario individuare e riconoscere per poter adeguare e modellare i propri progetti e comportamenti cercando di limitare rischi di errore, fallimento o insuccesso. Questo richiede necessariamente un lavoro di consapevolezza e di analisi. Richiede risorse (tempo, immaginazione, denaro, preparazione, …), richiede di mettersi in gioco e di accettare il rischio di “portare la palla”. Non è un invito all’imprudenza, ma alla consapevolezza e alla presa in carico delle proprie responsabilità. Se stiamo vivendo una situazione di insoddisfatta immobilità, potrebbe essere anche perché stiamo scegliendo di rimanere fermi.

E allora “il momento giusto” potrebbe essere oggi, domani, tra un mese o tra un anno. Lo stiamo aspettando da tempo, ma siamo pronti a vederlo? Saremo in grado di riconoscerlo? 

Forse la domanda che ci dovremmo porre è: che caratteristiche possiede “il momento giusto”?

E, forse, è proprio questa domanda chiave che ci aiuterà a individuare le sfaccettature, i colori, i dettagli che ci permetteranno di crearlo quel “momento giusto”.

Il nostro “momento giusto”, in qualsiasi momento lo riterremo necessario.

Nostro il set, noi gli attori, noi i registi: “Ciak, si gira!

Questo articolo è dedicato a Marco Gobbi, collega e caro amico. Pensato, scritto e pubblicato in un giorno di importante cambiamento per lui e per la sua famiglia. A loro il mio pensiero, il mio affetto e un grande in bocca al lupo! “Daje forte!

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